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Allenare la resilienza nel coaching

La resilienza è comunemente intesa come la capacità di adattamento di un essere vivente ad eventi traumatizzanti, difficoltà e situazioni avverse. Nel mondo della fisica dei materiali la resilienza è la capacità di un materiale o di un sistema di riprendere il proprio aspetto originario dopo aver subito una qualsiasi sollecitazione.

Non è questa la sede opportuna per spiegare i concetti di "avversità", "adattamento" o fare la storia del pensiero scientifico in merito alla resilienza. Ci basti affrontarne le tematiche più pratiche.

Il "modello cognitivo" studia le modalità con le quali elaboriamo le informazioni che ci giungono e attraverso le quali costruiamo la nostra rappresentazione del mondo e la percezione di noi stessi.

Questo modo di elaborare le informazioni può determinare una tendenza alla personale vulnerabilità oppure alla resilienza, sulla base del confronto delle nuove informazioni introiettate con quelle già immagazzinate dal nostro cervello.

Nel caso di eventi negativi può manifestarsi la tendenza a trarre conclusioni negative come "non valgo nulla" anziché un più razionale "io sono capace ma in questo momento negativo è complicato gestire le mie emozioni".

Questi pensieri negativi sono accompagnati da vere e proprie distorsioni cognitive che vanno a rafforzare i pensieri negativi stessi.

Ad esempio il fenomeno della "astrazione selettiva" ovvero l'estrapolare un frammento considerando sia il tutto oppure "l'esagerazione o la minimizzazione" che enfatizza i momenti peggiori e rende piccoli piccoli quelli positivi.

Le strategie di promozione della resilienza consistono nell'utilizzo di tecniche che ristrutturano i processi cognitivi rendendo il pensiero più flessibile. Si costruiscono schemi con conoscenze e credenze nuove e maggiormente adattive e si incoraggia il riconoscimento e la correzione delle distorsioni. La costruzione di credenze potenzianti a scapito di quelle limitanti serve ad ottimizzare le proprie risorse cognitive.

Il cliente, ad esempio, potrebbe provare a sostituire le credenze dato che anche quelle limitanti sono un sua propria invenzione.

da: "il lavoro è un luogo nel quale non sono affatto compreso" a "farò del mio meglio per far comprendere chi sono ai miei colleghi di lavoro"

E così posso far ristrutturare le credenze limitanti al mio cliente completando in senso positivo le varie frasi:


I colleghi sono....

la vita è....

la famiglia è....

ecc....


Altre tecniche sono quelle di narrazione nelle quali vengono costruiti nuovi significati attraverso i quali il cliente possa ridefinire se stesso all'interno delle varie circostanze della sua vita.

Una menzione particolare alla "psicologia positiva" focalizzata al porre al centro dell'attenzione i processi suscettibili di generare benessere attraverso strategie capaci di generare emozioni positive, impegnarsi in attività gratificanti e superare i comportamenti abituali mettendosi al servizio di cause positive. Ad esempio fare ricorso al senso dell'umorismo per sdrammatizzare, palesare sentimenti di riconoscimento e gratitudine a chi ci sta intorno, agire in modo altruistico e solidale ingenerando risposte positive dall'ambiente....

Ci sono tanti esercizi pratici per ottenere credenze potenzianti e per generare ottimismo. Seligman, ad esempio, propone di fare la sera, prima del sonno, un elenco di tre fatti positivi della giornata appena trascorsa specificando le ragioni per le quali sono accaduti. Questo serve essenzialmente per focalizzarci sul positivo e vincere la tendenza naturale a concentrare l'attenzione sugli eventi negativi.

Sono davvero molte le cose che possiamo fare per allenare la nostra resilienza.

Contattaci.



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